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Io non ti incontrerò
né condurrò ad elevazione il pianto
se non in sogni
che esondano il presente
come le persiane che si schiudono
e si sgretolano
distrattamente
mentre vagherò inconsapevolmente
dove la notte, a volte
si rifugiano gli amanti,
abbandonandosi strenuamente,
e, nella sua meravigliosa corte
di illusionisti e acrobati di strada
che si attardano, cantando,
fino alla fine dell’alba
e dei suoi fragili infingimenti,
naufragherò
Quei sogni
spezzati
e sparsi nell’attesa
e nel frastuono del metrò
Dagli antichi e perduti
balconi affacciato
affonderò
infine
abbracciato e
braccato dai rimpianti,
assurdi e angoscianti
io ti vedrò, soltanto, dietro un vetro
dell'ultimo tram, riflessa
soltanto in brevi e vaghi istanti
che si sommano al tempo,
inconsumabile frammento,
in cui, inutilmente, affonderò
e in quei giorni
che non sono altro
che la fotocopia sbiadita
dei nostri anni,
che, comunque non riavrò,
e dei tuoi proclami accesi
inavverabili
da cui non me ne andrò
ma, a ritroso del tempo,
risalirò
ai confini dell'istante, unico
e immenso, risalirò
senza darlo minimamente a vedere
ai passeggeri di quell'ultimo metrò
Sfileranno via anche le immagini
oramai confuse
con la dissoluzione, vera
e la pioggia che cade
dagli infiniti gocciolatoi dei portoni, delle strade
quando
attraversando i giorni
e gli inenarrabili suoi illudimenti,
che non saprò,
franeranno anche le emozioni
una ad una,
portate via, insieme al riflesso
sul vetro di quel metrò
Notti illuni, povere di sogni
gronderanno infine
nell'attesa
e nella stagione, perduta, che non riavrò
nell'aridezza dei giorni
e di quelli consumati, che, anche, non mai saprò,
a traverso la via
finchè fioche speranze
senza giorni e senza tempo,
sono quelle che, tutte insieme, abbandonerò
Così franando
l'ambìto dettato
scomparirà
Il sogno incendiante
sgretolerà
inaccessibile
e mai dato
e da quella vertigine
si lancerà
dal suo più alto precipizio
innevato,
incessabile
intanto che
perfino l'idea stessa decadrà
inavverabile
Verso
un giorno
verso una mitologia
incontemplabile
in cui, ormai, non ti vedrò
io, non più, ti vedrò
Io non ti incontrerò, forse
frammezzo ai giorni e agli istanti
o ti incontrerò solo in sogni debordanti
puri fantasmi che esondano il presente
in notti languide e devastanti
dove, forse, anche
si rifugiano gli amanti
alla fine dell’alba
e dei suoi illudimenti,
inconfinatamente,
non ti vedrò,
ma soltanto riflessa in un lampo
sul vetro di quel metrò