L'illusionista di strada

scritto da Inferno delle città
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Rivista e aggiornata il 26/01/2024
- Nota dell'autore Inferno delle città

Testo: L'illusionista di strada
di Inferno delle città

Io non ti incontrerò

né condurrò ad elevazione il pianto

se non in sogni

che esondano il presente

come le persiane che si schiudono

e si sgretolano

distrattamente

mentre vagherò inconsapevolmente

dove la notte, a volte

si rifugiano gli amanti,

abbandonandosi strenuamente,

e, nella sua meravigliosa corte

di illusionisti e acrobati di strada

che si attardano, cantando,

fino alla fine dell’alba

e dei suoi fragili infingimenti,

naufragherò

Quei sogni

spezzati

e sparsi nell’attesa

e nel frastuono del metrò

Dagli antichi e perduti

balconi affacciato

affonderò

infine

abbracciato e

braccato dai rimpianti,

assurdi e angoscianti

io ti vedrò, soltanto, dietro un vetro

dell'ultimo tram, riflessa

soltanto in brevi e vaghi istanti

che si sommano al tempo,

inconsumabile frammento,

in cui, inutilmente, affonderò

e in quei giorni

che non sono altro

che la fotocopia sbiadita

dei nostri anni,

che, comunque non riavrò,

e dei tuoi proclami accesi

inavverabili

da cui non me ne andrò

ma, a ritroso del tempo,

risalirò

ai confini dell'istante, unico

e immenso, risalirò

senza darlo minimamente a vedere

ai passeggeri di quell'ultimo metrò

Sfileranno via anche le immagini

oramai confuse

con la dissoluzione, vera

e la pioggia che cade

dagli infiniti gocciolatoi dei portoni, delle strade

quando

attraversando i giorni

e gli inenarrabili suoi illudimenti,

che non saprò,

franeranno anche le emozioni

una ad una,

portate via, insieme al riflesso

sul vetro di quel metrò

Notti illuni, povere di sogni

gronderanno infine

nell'attesa

e nella stagione, perduta, che non riavrò

nell'aridezza dei giorni

e di quelli consumati, che, anche, non mai saprò,

a traverso la via

finchè fioche speranze 

senza giorni e senza tempo, 

sono quelle che, tutte insieme, abbandonerò

Così franando

l'ambìto dettato

scomparirà

Il sogno incendiante

sgretolerà

inaccessibile

e mai dato

e da quella vertigine

si lancerà

dal suo più alto precipizio

innevato,

incessabile

intanto che

perfino l'idea stessa decadrà

inavverabile

Verso

un giorno

verso una mitologia

incontemplabile

in cui, ormai, non ti vedrò

io, non più, ti vedrò

Io non ti incontrerò, forse

frammezzo ai giorni e agli istanti

o ti incontrerò solo in sogni debordanti

puri fantasmi che esondano il presente

in notti languide e devastanti

dove, forse, anche

si rifugiano gli amanti

alla fine dell’alba

e dei suoi illudimenti, 

inconfinatamente, 

non ti vedrò, 

ma soltanto riflessa in un lampo

sul vetro di quel metrò

L'illusionista di strada testo di Inferno delle città
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